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Fiera del libro di Bologna

Il viaggio della speranza

Si è appena conclusa la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, che ora si chiama Bologna Children’s Book Fair. E’ sempre stato un evento imperdibile per gli illustratori provenienti non solo da tutta Italia, ma anche dal resto del mondo… ed in effetti è un’esperienza assolutamente unica. E’ vero che si possono incontrare editori, ma è l’energia che si crea la cosa importante.

Ho partecipato alla Fiera per molti anni, soprattutto quando frequentavo il corso di illustrazione presso la Stazione Leopolda di Pisa, con l’Associazione Leop’Art di cui facevo parte, e ogni anno l’emozione era sempre a mille. La preparazione psicologica iniziava mesi e mesi prima, quando si cominciava a pensare a come organizzarsi, tutti carichi di speranze e aspettative. Dovevamo preparare il materiale, selezionare le illustrazioni, la corsa a crearne di nuove per arricchire il portfolio, scegliere la carta per il passepartout, ritagliarla e montarla sui disegni. E poi il materiale di auto-promozione: biglietti da visita, le brochure, il materiale da lasciare agli editori… Nel frattempo avevamo anche fatto una lista di editori a cui presentare il nostro lavoro, scrivendo almeno ad un centinaio per chiedere un appuntamento.

Poi si passava alla fase successiva: la pianificazione del viaggio. Con quale macchina andiamo? In quanti siamo? Dove ci troviamo? Andiamo un giorno solo o stiamo più a lungo? Intanto il giorno si avvicinava e ad una settimana dall’apertura della Fiera la tensione e l’eccitazione crescevano a dismisura. Fino alla notte prima, che di solito si passava in bianco. E poi via! La partenza, tutti dentro la macchina super felici con due ore di sonno alle spalle, dritti verso il Viaggio della Speranza! Dopo un’oretta e mezza di viaggio e dopo aver bucato l’uscita ed essersi persi (sì succedeva SEMPRE) si arrivava finalmente alla tanto attesa Fiera!

Fiera del libro di Bologna. Fonte: Il Resto del Carlino

Prima tappa Il muro del pianto, lo avevamo definito così, altro non era che una stanza ricavata con pareti in cartongesso, su cui tutti gli illustratori appendevano il proprio materiale pubblicitario: biglietti da visita, flyers, ecc… La definizione che gli avevamo dato era riferita al fatto che ognuno di noi ci appendeva qualcosa, caricandola di speranze, ma era molto difficile che qualcuno ricevesse risposta. Poi ci si divedeva tipo caccia al tesoro e si partiva a tappeto a girare tutti gli stand, in cerca di Editori che volessero dare un’occhiata al portfolio, a cercare ispirazioni, a guardare in giro lavori di altri illustratori, a vedere quali erano le ultime uscite di albi illustrati. Insomma una faticaccia! Ci si ritrovava per un panino e poi via di nuovo!

Arrivavamo ad una certa ora del pomeriggio completamenti sfiniti ma, anche senza dei risultati concreti, profondamente soddisfatti! Sì perché alla fine, anche se in pochi riuscivano a trovare commissioni dalla fiera, ne uscivamo con stimoli nuovi, con infiniti progetti a cui dar vita e con una grande carica e voglia di fare!

Vivendo a Berlino mi risulta più complicato adesso prendere parte alla Fiera di Bologna, ma spero davvero di riuscire a tornarci presto e rivivere almeno in parte, l’entusiasmo che lascia quell’esperienza.