
Kaffee con l’impiegato
Ieri ho avuto l’incontro con Herr Muster, l’impiegato della IHK (la Camera di Commercio Tedesca). L’uomo nel quale avevo riposto tutte le mie speranze per chiarirmi gli ultimi dubbi inerenti all’Editoria (ne parlo qui).
L’ora dell’incontro era fissata per le 17.00 in un Café a Steglitz, un quartiere a Sud-Ovest di Berlino. Arrivo alle 16.57, cerco un tavolo libero e mi siedo. Dopo un paio di minuti vedo entrare un bel vichingo alto, coi capelli castani, barbetta, vestito di un lungo cappottino e con una valigia a tracolla, non poteva che essere lui! Passa un secondo di silenzio, di quei silenzi in cui riecheggia la domanda: eeeehm e quindi che facciamo? Allora lui posa il cappottino e la valigia e va ad ordinarsi qualcosa al bancone. Torna con un mega bicchierone con qualcosa di rosa dentro, forse un frappé?! Boh… Comunque ci sediamo su delle piccole poltroncine vintage, dice che ha preparato alcuni fogli con delle informazioni sul settore dell’Editoria, tira fuori dalla valigetta 3 fogli e li posa sul tavolino. Li guardo e gli dico: “ah, si, li conosco, sono quelli che ho già stampato anch’io dal vostro sito” e rilancio con i miei 4567 fogli, stampe, quaderni con appunti. Altro secondo di silenzio. “Beh comunque” gli dico “ho delle domande” tiro fuori il mio quadernino con una sfilza di domande da porgli e iniziamo.
Allora prova a darmi delle spiegazioni in base a quello che legge dai fogli, ma ci tiene sempre a precisare che non è sicuro,”perché poi potrebbe dare la colpa a me se fa una cosa che non doveva fare“. Il povero Herr Muster non può fornirmi informazioni così dettagliate, mi dice che avrei dovuto scrivergli prima tutte le domande via e-mail, in modo tale da potersi preparare.
La situazione si complica quando entro ancora più nel merito della questione, ovvero quando gli spiego in dettaglio che i libri sono in italiano, ma la Casa Editrice è tedesca e verranno venduti inizialmente in Italia. Ecco che vedo impallidire il suo volto, e posso percepire ciò che sta succedendo nella sua testa soprattutto perché, da buon tedesco, ha un sistema mentale di cose che funzionano bene, schematicamente e sempre nello stesso modo. Io da italiana ho una mente che al contrario funziona in modo variabile, con la tendenza a complicare le cose. Infatti da qui in poi siamo entrati in un vicolo cieco.
Dopo un po’, stremato, si appoggia allo schienale del sofà vintage, prende dalla valigetta la bustina del tabacco e le cartine e mentre si prepara una sigaretta, mi guarda e dice: “L’unica cosa che penso di poter dire con quasi certezza, è di non iscriversi a nessuna associazione o istituzione, se non strettamente necessario, perché a quel punto è registrata, non si torna indietro!“. Io lo guardo basita: “Ma in lei c’è un po’ di italianità!“. Da lì in poi Herr Muster si è sciolto ed ha iniziato a raccontare aneddoti di quando faceva il giornalista, o di quando quel suo amico artista gli ha chiesto di scrivere una recensione. Dopodiché per cercare di aiutarmi in qualche modo, mi propone di inviargli via e-mail 3 domande (considerando che le mie domande iniziali erano una 20ina dovrò fare un bel lavoro di sintesi) e lui si impegnerà a trovare risposte più specifiche.
Alla fine i dubbi al momento restano, ma l’incontro con Herr Muster dal fisico vichingo ma dall’animo italiano è stato divertente!