COME NASCE UN’ILLUSTRAZIONE
Me lo fai un disegnino?! Tanto che ti ci vuole…
Il luogo comune più diffuso è che, sapendo disegnare, uno possa fare un disegnino in poco tempo. Questo spesso giustifica anche il gioco al ribasso nel trattare il prezzo: “che ti ci vuole a fare un disegnino? Quanto costerà mai?! Alla fine ti piace disegnare, perché dovresti fare un prezzo alto?”
Intanto quel saper disegnare non è proprio una cosa che fa parte di noi a prescindere… Voglio dire, si nasce con la passione del disegno, quindi con una certa attitudine, ma questa attitudine deve andare di pari passo con un costante studio. L’attiudine va approfondita: si impara a disegnare con un allenamento continuo, e con anni e anni di lavoro. Credo di aver speso anche la maggior parte delle mie domeniche e giorni festivi sui fogli da disegno. Non si può pensare di imparare un mestiere dedicandosi ad esso nei ritagli di tempo.
Premesso questo, la progettazione stessa di un disegno è fatta da diversi passaggi ed ognuno di questi va curato nel dettaglio. Ammesso che la famosa ispirazione arrivi subito (ho già parlato qui di questo),tutto parte dalla documentazione. E’ una parte assolutamente indispensabile e fondamentale della progettazione, perché senza di questa non possiamo farci un’idea di come dobbiamo disegnare quello che vogliamo fare. Poniamo il caso che vogliamo disegnare un cavallo: sì, sappiamo più o meno com’è fatto, magari lo abbiamo visto dal vivo, o qualche volta in tv, ma è impossibile avere un’idea chiara e precisa di come sia realmente fatto anatomicamente, a meno che il nostro lavoro non sia quello di disegnare cavalli tutti i giorni. A quel punto avremmo già allenato i nostri occhi e la nostra mano a farlo. Quindi dobbiamo documentarci e spendere veramente moltissimo tempo a farlo: cercare immagini, vedere le varie posizioni di questo splendido animale, ecc… E’ necessario cercare anche altri disegni o illustrazioni, non solo foto realistiche, insomma qualsiasi cosa possa aiutarci a capire com’è fatto ed a trovare soluzioni.
Dopo che abbiamo raccolto un bel po’ di immagini, inizieremo a buttare giù i primi schizzi, che sono dei veri e propri scarabocchi. Vi ritroverete con pacchi di fogli dove sopra prendono forma cose strane, forme geometriche miste a altre forme non bene identificate. Si comincia costruendo la struttura che di solito parte da forme geometriche. Ma perché? Perché ogni cosa è inscrivibile in qualcosa di geometrico e questo ci aiuta a semplificare la struttura. Dopo aver studiato com’è fatto, e quando ci sembra che l’immagine funzioni, allora si inizia a ripulire gli scarabocchi, e da lì pian piano comincia a nascere il disegno che sarà poi quello definitivo.
Arrivati a questo punto, ovvero quando abbiamo un disegno più o meno definitivo, dobbiamo pensare al colore e fare una serie di passaggi successivi in cui si faranno delle prove colore. Nel mio caso, utilizzando l’acquerello, creo alcune copie del disegno su fogli di carta da acquerello (che deve essere la stessa tipologia di carta su cui sono sicura che andrò a realizzare il definitivo). Qui farò diverse prove colore, perché non è detto che quello che io ho in mente, poi funzioni davvero quando è realizzato, e queste prove mi permettono di verificarlo.
Quando avremo trovato una prova colore che ci soddisfa, allora si può passare finalmente al disegno definitivo. Si riporta il disegno sulla carta che abbiamo scelto in precedenza con una matita. Utilizzando l’acquerello bisognerà bagnare il foglio e aspettare che asciughi perfettamente prima di poter iniziare a colorare. Questo per evitare che si imbarchi e crei delle ondulazioni, che potrebbero darci fastidio durante la stesura del colore. Ora possiamo iniziare a colorare, e la stesura dell’acquerello richiederebbe un altro capitolo di racconto, se non un vero e proprio libro.
Alla fine spero cominci a essere chiara un’eventuale risposta a: “Me lo fai un disegnino?! Tanto che ti ci vuole…”